Venezia, città d’acqua per eccellenza, non sarebbe la stessa senza i suoi iconici ponti che collegano ben 121 isole attraverso canali e rii. E con oltre 435 strutture che si innalzano sopra le vie d’acqua, ogni ponte, grande o piccolo che sia, racconta una storia, custodisce leggende e svela prospettive uniche sulla città lagunare.
Un viaggio attraverso questi capolavori architettonici permette di comprendere l’ingegno dei veneziani e soprattutto l’evoluzione di una città, che ha fatto dell’adattamento all’ambiente la sua più grande forza.
Il Canal Grande, arteria principale della città, è attraversato da quattro ponti che hanno segnato la storia della città, ciascuno con una propria personalità e storia da raccontare.
Il ponte di Rialto – probabilmente il ponte più famoso al mondo – è un importante punto di raccordo della città, che collega i sestieri di San Marco con quello di San Polo.
Le sue origini risalgono alla fine del 1100, quando venne costruito un primo attraversamento formato da barche legate tra loro. Nel tempo, però, vista l’incredibile affluenza data dalla vicinanza del Mercato di Rialto (da cui poi il ponte prese il nome) e dal fatto che fosse l’unico collegamento tra le due sponde del Canal Grande, la struttura fu sostituita da ponti in legno, crollati più volte a causa del peso eccessivo e dell’usura.
Per questo motivo, la Repubblica di Venezia decise di bandire un concorso per la realizzazione di un ponte in pietra, in cui architetti celebri come Palladio e Michelangelo presentarono i loro progetti. Fu però Antonio da Ponte a vincere la gara, e tra il 1588 e il 1591, venne costruita l’opera che ancora oggi ammiriamo: un’unica arcata di 31,8 metri in pietra d’Istria, elegante e imponente al tempo stesso.
Il ponte, che storicamente ospitava botteghe artigiane, oggi è attraversato da negozi di souvenir, ma la sua struttura è rimasta intatta, testimonianza di un’epoca in cui l’ingegneria si fondeva con l’arte.
Il Ponte dell’Accademia, noto anche come Ponte della Carità, collega San Vidal con l’ex Chiesa di Santa Maria della Carità, sede delle Gallerie dell’Accademia.
Costruito originariamente nel 1854 dall’ingegnere austriaco Alfred Neville come ponte in ferro, la sua struttura industriale non fu mai amata dai veneziani, che la consideravano fuori contesto rispetto all’architettura della città.
Nel 1933, durante il periodo fascista, si decise dunque di sostituirlo con un ponte in legno progettato da Eugenio Miozzi, pensato come struttura provvisoria in attesa di un ponte definitivo in pietra. Quel ponte “provvisorio”, però, non fu mai sostituito e ancora oggi, dopo un restauro negli anni ’80, costituisce uno degli attraversamenti più caratteristici del Canal Grande.
La sua struttura in legno (che nasconde un’anima in acciaio) gli conferisce un fascino particolare, quasi romantico; è infatti uno dei luoghi preferiti dai veneziani e dai visitatori per ammirare il tramonto sul Canal Grande, e negli anni è diventato celebre anche per i lucchetti dell’amore che le coppie attaccano alle sue balaustre, in una tradizione che richiama quella del Ponte Milvio a Roma.
Situato a pochi passi dalla Stazione Ferroviaria di Santa Lucia, il Ponte degli Scalzi è spesso il primo ponte che i visitatori attraversano arrivando a Venezia in treno. Progettato nel 1858 in ghisa, fu ricostruito nel 1932 in pietra d’Istria per uniformarsi meglio all’architettura veneziana e per garantire una maggiore solidità, vista anche la sua incredibile affluenza.
Il suo particolare nome deriva dalla vicina Chiesa di Santa Maria di Nazareth, detta degli Scalzi, perché un tempo era la sede di un convento dei Carmelitani Scalzi.
Il ponte offre oggi una vista magnifica sul Canal Grande e sui palazzi storici che lo costeggiano, rappresentando un punto di passaggio obbligato per chi si dirige verso il centro della città.
Il Ponte della Costituzione – anche conosciuto come Ponte di Calatrava – è il più recente dei quattro ponti sul Canal Grande, nonché il più discusso.
Progettato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava e inaugurato nel 2008, il Ponte della Costituzione ha un raggio di ben 180 metri e collega Piazzale Roma, principale snodo per raggiungere dalla terraferma il nucleo storico della città di Venezia, con la Stazione ferroviaria di Santa Lucia.
La sua struttura moderna, caratterizzata da un arco in acciaio e pavimenti in vetro temperato, ha diviso l’opinione pubblica: alcuni ne apprezzano l’innovazione e il design contemporaneo, altri lo considerano sia fuori luogo nel contesto storico veneziano che poco agibile vista la sua struttura. È infatti noto anche come “ponte di vetro“, proprio per i suoi gradini trasparenti (e scivolosi, soprattutto d’inverno o con la pioggia) che permettono di vedere l’acqua sottostante.
Nonostante le polemiche, il ponte rappresenta un esempio di come Venezia continui a evolversi, accogliendo la contemporaneità pur mantenendo intatto il legame con la propria storia millenaria.
Oltre ai quattro ponti sul Canal Grande, Venezia custodisce altri attraversamenti che raccontano storie affascinanti e particolari. Alcuni sono celebri in tutto il mondo, altri meno conosciuti ma non per questo meno suggestivi.
Il Ponte dei Sospiri è forse, dopo Rialto, il ponte più fotografato di Venezia. Costruito nei primi anni del 1600 in pietra d’Istria su progetto di Antonio Contino, questo ponte in stile barocco collega il Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove.
Il suo nome evocativo deriva da una tradizione romantica, ma in realtà piuttosto triste: si narra che i prigionieri, attraversandolo dopo la condanna degli Inquisitori di Stato, sospirassero mentre gettavano un ultimo sguardo alla laguna e alla libertà perduta. Il ponte, lungo appena 11 metri, è diventato quindi nel tempo simbolo di malinconia e destino, ma anche di amore, grazie alla leggenda che vuole che le coppie che si baciano in gondola passando sotto di esso siano destinate a un amore eterno.
Visitare il Ponte dei Sospiri dall’interno è possibile solo con un tour del Palazzo Ducale, un’esperienza che permette di camminare sulle orme dei condannati e di comprendere meglio la storia della Serenissima.
Quando si pensa ai ponti di Venezia, si immaginano strutture antiche che scavalcano canali stretti. Ma c’è un ponte che racconta una storia diversa, quella del legame tra Venezia e la terraferma: il Ponte della Libertà.
Lungo 3.850 metri, è uno dei ponti più lunghi d’Italia; la sua costruzione iniziò nel 1841, durante l’occupazione austriaca, con l’obiettivo di collegare Venezia a Milano attraverso una linea ferroviaria. Il primo attraversamento ferroviario si svolse l’11 gennaio 1846 e rappresentò una rivoluzione per la città: per la prima volta nella sua storia millenaria, Venezia era fisicamente collegata al continente.
Ma non solo: per la costruzione furono utilizzati 80.000 pali di larice e 21 milioni di mattoni, un’impresa ingegneristica straordinaria. Il ponte era infatti, all’epoca, il più lungo al mondo e trasformò Venezia in una penisola, modificando per sempre il suo rapporto con il resto d’Italia.
Nel 1933, sotto il regime fascista, fu inoltre inaugurato il ponte stradale, progettato dall’ingegnere Eugenio Miozzi. Originariamente chiamato Ponte Littorio, fu ribattezzato Ponte della Libertà nel 1945, a seguito della liberazione dal nazifascismo.
Oggi il Ponte della Libertà è la principale via d’accesso a Venezia per chi arriva in auto o in autobus, nonché l’unica strada che conduce a Piazzale Roma e all’isola del Tronchetto. Percorrerlo significa assistere a un progressivo mutamento del paesaggio: la terraferma lascia il posto alla laguna, i contorni della città si fanno sempre più nitidi, fino a quando Venezia si rivela in tutta la sua magnificenza.
Una curiosità interessante è che lungo il percorso, un monumento commemora l’assedio austriaco del 1849, ricordando uno dei momenti più difficili della storia veneziana. Il ponte, dunque, non è solo un’infrastruttura: rappresenta un simbolo di libertà, di apertura, di connessione tra una città unica al mondo e il resto del continente.
Nel sestiere di Cannaregio si trova uno dei ponti più particolari di Venezia: il Ponte Chiodo. Si tratta di uno degli ultimi due ponti della città (insieme al Ponte del Diavolo a Torcello) a essere rimasto senza parapetti, le cosiddette “bande” che sono state aggiunte alla maggior parte dei ponti veneziani per motivi di sicurezza.
Il Ponte Chiodo è un ponte privato che conduce a un’area residenziale, dunque meno battuta dai forestieri; la sua struttura antica, risalente al XV secolo, offre uno scorcio autentico della Venezia di un tempo, quando i ponti erano attraversamenti essenziali ma anche pericolosi, soprattutto di notte o con l’alta marea.
Scoprirlo significa addentrarsi nei percorsi meno turistici della città, quelli che rivelano l’anima più vera e nascosta di Venezia.
Il Ponte della Paglia attraversa il Rio di Palazzo e collega il molo della Piazzetta di San Marco con la Riva degli Schiavoni. Costruito intorno al 1360, è uno dei primi ponti in pietra di Venezia e conserva ancora oggi le caratteristiche “bande” laterali originali.
Il nome curioso deriva dalla sua funzione storica: in questo punto attraccavano le barche cariche di paglia e fieno destinate al sostentamento degli animali e alla copertura dei tetti. Il ponte era anche un punto di controllo per il commercio di paglia, gestito dai soldati della Serenissima.
Oggi il Ponte della Paglia è uno dei luoghi più affollati di Venezia, soprattutto perché offre la vista migliore sul Ponte dei Sospiri. È un punto obbligato per le fotografie, un luogo dove fermarsi qualche istante prima di immergersi nel caos di Piazza San Marco.
I ponti di Venezia sono molto più di semplici attraversamenti: sono testimoni silenziosi di secoli di storia, punti di osservazione privilegiati sulla bellezza della città, luoghi dove fermarsi e lasciarsi avvolgere dall’atmosfera unica della Serenissima.
Dal Camping Ca’Savio, situato nella natura di Cavallino, Venezia è facilmente raggiungibile; è dunque possibile dedicare una giornata alla scoperta dei suoi ponti, ognuno con una storia da raccontare.
Ca’Savio propone inoltre escursioni organizzate a Venezia e tour guidati che permettono di scoprire la città da diverse prospettive, oltre a piacevoli gite in barca alla scoperta di Murano, Burano e Torcello, da alternare a momenti più rilassanti da vivere all’interno del camping.
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